Aldo Mondino

Aldo Mondino è nato a Torino nel 1938. Nel 1959 si trasferisce a Parigi, dove frequenta l’atelier di William Heyter, l'Ecole du Louvre e frequenta il corso di mosaico dell'Accademia di Belle Arti con Severini e Licata. In Francia viene in contatto con una serie di personalità artistiche che segneranno la sua formazione, da Tancredi Parmeggiani, Alain Jouffroy, Errò, Jean-Jacques Lebel a Sebastian Matta e Wilfredo Lam. È proprio grazie a Tancredi che, nel 1960 arriva la prima esposizione alla Galerie Bellechasse, con quadri di evidente influenza surrealista. Nel 1960, rientra in Italia per assolvere gli obblighi militari e inizia la sua attività espositiva alla Galleria L'Immagine di Torino (1961). L'anno dopo Enrico Crispolti lo porterà alla Galleria Alfa di Venezia. L'incontro con Gian Enzo Sperone, direttore della Galleria Il Punto, risulta fondamentale per la sua carriera artistica, con l'esposizione delle Tavole anatomiche, serie caratterizzata da tavole su masonite. Importanti personali vengono presentate anche presso la Galleria Stein di Torino, lo Studio Marconi di Milano, la Galleria La Salita di Roma, la Galleria Paludetto di Torino. Risale al soggiorno a Roma la collettiva all' Arco d'Alibert, nel 1968, poi alla Galleria Torre di Torino. Nel 1969, sempre presso l' Arco d'Alibert, con l' Ittiodromo mostra dei pesci veri con sangue. La sua opera Porcòdio, presentata a Roma dopo essere stata esposta in una galleria di Brescia, viene sequestrata e Mondino viene condannato a pagare una multa per blasfemia. Nel 1972 ritorna a Parigi, in attesa che la sua pittura venga rivalutata. Mondino lavora a Parigi dalla fine del 1973 a tutto il 1980; questo impegno si concretizza nella partecipazione alla Biennale di Venezia del 1976. È del 1977 la mostra Mythologies quotidiennes al Musée d'Art Moderne de la Ville de Paris. La serie delle Tour Eiffel, sempre nel periodo parigino, con titoli come Le Tout Près War, è realizzata prevalentemente con la tecnica dell'incisione. Nel 1980 realizza due mostre alla Galleria La Salita di Roma e alla Galerie Flinker di Parigi. Nel 1981 e nel 1983 realizza due personali allo Studio De Ambrogi di Milano. Tra 1984 e il 1985, da Franz Paludetto, realizza due mostre. Si avvicina alle suggestioni orientali da artista occidentale, così come avevano fatto i pittori del XIX secolo, ad esempio Eugène Delacroix. Affascinato dalla cultura orientale, presenta nel 1990 da Sperone Westwater a New York una serie che "ritrae" trentasei sultani tutti vissuti tra il 1200 e il 1920. Seguono, tra le altre, la mostra alla Fondazione Mudima di Milano, a Chicago, Ginevra, Parigi, Vienna, Londra. Dell'ambito orientalista fa anche parte la realizzazione di tappeti sovrapposti in composizioni a parete, con colori vivaci e realizzati su eraclite, un materiale industriale utilizzato nell'edilizia. Nel 1993, alla Biennale di Venezia curata da Achille Bonito Oliva, in una sala personale presenta una serie di quadri di grandi dimensioni che rappresentano i dervisci nell'atto di danzare; in quell'occasione, autentici dervisci hanno danzato davanti al pubblico. Nel 1999 espone alla Galleria Marconi di Milano per la Fondazione Maimeri una serie di disegni e sculture sul tema della danza: Arabesque. Due importanti mostre a Milano alla Galleria 1000eventi e una a Roma alla Galleria Sperone dal titolo The Byzantine World. Caratteristica comune di queste mostre è l'aver utilizzato soltanto dei cioccolatini fatti apposta da Peyrano, a Torino. Nel 2000 compie il suo primo viaggio in India e realizza una mostra dal titolo Flovers alla Birla Academy di Calcutta. A cavallo tra il 2000 e il 2001 Santo Ficara presenta a Firenze una prima retrospettiva di Mondino. Nel 2001 la galleria di Norimberga Linding in Paludetto allestisce una piccola, ma significativa, mostra di suoi lavori. Tra tutti, da ricordare Danaublau, un quadro di 6 metri composto da 2000 cioccolatini. Nonostante la salute cominciasse a traballare, nel 2003 espone alla Galleria Carlina di Torino, in cui vengono esposte una serie di sculture in vetro realizzate direttamente a Murano. Nello stesso anno va in scena a Ravenna l'antologica intitolata Aldologica che raggruppa i lavori degli ultimi quarant'anni. Un infarto lo porterà via nel 2005. Due anni dopo Il Museo di Arte Moderna di Bologna allestisce l'antologica Mondo Mondino. Le sue opere appartengono alle collezioni permanenti dei più importanti Musei nazionali ed internazionali ed a numerose collezioni private.

Opere di Aldo Mondino