Mimmo Paladino

Paduli (Benevento) 1948. Forse il più poetico della Transavanguardia, movimento fondato da Achille Bonito Oliva nel 1980 ispirato dalla necessità di un ritorno alla pittura dopo le varie correnti concettuali sviluppatesi nel decennio precedente. Paladino ha saputo incarnare un linguaggio fedele alle propie radici pur coniugandolo con una profonda ricerca universale. Colpisce la sua versabilità di pittore, scultore e autore di complessi interventi nello spazio. Artista che ha avuto un immenso impatto critico anche al livello internazonale, tanto che le sue opere sono state richieste in permanenza da molteplici musei come il M.O.M.A. di New York. La sua prima personale risale al 1969, allo Studio Oggetto di Caserta. Nel 1978 è a New York e gli basterà appena un anno per tenere contemporaneamente personali da Marian Goodman Gallery e Annina Nosei Gallery. Nel 1980 partecipa alla Biennale di Venezia ad Aperto 80 e pubblica EN DE RE, il suo primo libro-oggetto, con Emilio Mazzoli a Modena; in quegli anni si succedono numerose mostre collettive e personali in musei e gallerie in tutto il mondo tra cui la Tate Gallery di Londra. È del 1987 la realizzazione di un progetto per la chiesa di Gibellina, nel trapanese, assieme all'architetto Roberto Serino, nel contesto di una ricostruzione complessiva della città coordinata da Arnaldo Pomodoro, dopo il devastante terremoto del 1968. Per Paladino l’architettura “può essere considerata una pittura vedente, perché ha la capacità di sintetizzare le caratteristiche spaziali dei luoghi, le necessità di chi le abiterà, le condizioni della luce e tante altre cose: ha la capacità, in sostanza, di vedere oltre ciò che il semplice disegno o progetto potrebbe far immaginare” Nel 1990 realizza la scenografia de “La sposa di Messina” di Schiller, sempre a Gibellina, per la regia di Elio De Capitani, costruendo per la prima volta la “Montagna di sale”. Del 1992 è “Hortus conclusus”, l’installazione permanente nel complesso universitario di San Domenico a Benevento. Nel 1994 è il primo artista italiano contemporaneo che espone a Pechino; nello stesso anno soggiorna a Bologna realizzando una serie di opere ispirate alla pittura antica bolognese. Nel 1995 Napoli gli dedica una grande mostra dislocata in tre spazi: Palazzo Reale, Villa Pignatelli Cortes e piazza del Plebiscito, dove la “Montagna di Sale” che ripropone ottiene una grande successo popolare. Negli anni successivi intensifica il suo interesse per la stampa d’arte. Cresce anche la sua attenzione per la ceramica e la terracotta, che realizza nella bottega Gatti a Faenza assistito da Davide Servadei, è qui che compie il grande ciclo dei “Dormienti” che esporrà sia a Poggibonsi sia a Londra, rispettivamente nel 1998 e nel 1999. Nello stesso anno la Royal Academy di Londra lo insignisce del titolo di Membro Onorario. Attualmente vive e lavora tra Paduli, Bologna e Milano.

Opere di Mimmo Paladino