Marjan Fahimi

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Nata a Tehran (Iran) il 1 marzo 1982. All’età di 15 anni comincia a seguire i corsi di pittura e disegno presso l’atelier di Hossein Maher e Maryam Mahin.  Nel 2004 dopo aver conseguito la laurea in Lingua e Letteratura Italiana presso l’università di Tehran, parte per Roma e intraprende gli studi in Architettura per poi concludere la sua formazione nel 2013 con la laurea nel Corso Magistrale di Architettura – Progettazione Architettonica e Urbana.
contatto personale: www.marjanfahimi.com

Opere di Marjan Fahimi

  • Tecnica mista su legno
    2016
  • Tecnica mista su legno
    100x220cm
    2016
  • Tecnica mista su legno
    100x100cm
    2016
  • Tecnica mista su tela
    60x120cm
    2016
  • Mostre di Marjan Fahimi

    2015 – “Premio Il Segno” Collettiva dei finalisti, Palazzo della Racchetta, Ferrara 2015 – “Egalitè EXPO” Collettiva di ARACNE, Ex Palazzo della Zecca, Roma 2015 - “Controluce” Personale di Marjan Fahimi, Sala Orsini del Palazzo Chigi, Formello 2015 - “La mente artistica”, Teatro dei Dioscuri al Quirinale, Roma 2015 – “Adriatica la via dell’arte”, Galleria Antichi Forni, Macerata 2014 - Premio Adrenalina 3.0 - 2º step espositivo, Museo civico “U. Mastroianni” Marino, Roma 2014 - Premio Adrenalina 3.0 - 1º step espositivo, Spazio Factory, La Pelanda, MACRO Testaccio, Roma 2014 - “La biennale d’arte contemporanea di Anagni”, La sala della Ragione, Anagni 2014 - “La mente artistica”, Teatro dei Dioscuri al Quirinale, Roma 2009 - “Speciale Scuderie Martelive”, Foyer del Teatro Palladium, Roma 2007 - “Premio L.I.Art – Martelive 2007”, Laboratorio Incontri d`Arte (L.I.Art), Roma 2004 - “The Birds” - mostra personale, Seyhoon Art Gallery, Tehran 2003 - “collettiva di pittura”, Robat Art Gallery, Tehran 2003 - “ Urban Details” – mostra personale, Atbin Art Gallery, Tehran 2002 - “mostra collettiva”, Centro culturale Bahman, Tehran 2002 - “collettiva di disegno”, Haft Samar Art Gallery, Tehran 2001 - “VI collettiva di disegno contemporaneo Iraniano”, Barg Art Gallery, Tehran 1999 - “collettiva di pittura”, Elahe Art Gallery, Tehran
  • Testi Critici su Marjan Fahimi

     
    “Nelle opere di Marjan Fahimi, i soggetti sono caratterizzati principalmente da paesaggi, vedute che mettono in evidenza i principali fenomeni atmosferici: aria, vento, nubi, pioggia, acqua, luce, terra. Visioni oniriche di uno scenario in cui la componente naturalistica, caratterizzata da una grande, avvincente poeticità, è incantata dalla natura e dalla vita. Questa arte fatta di pittura, prospetta una ricerca carica di emozioni contrastanti ma rivela anche una indagine sulla materia. Marjan, alla seduzione della componente cromatica, privilegia il fascino del segno, tratti energici espressivi che risaltano in primo piano e citano elementi organici, vegetali, ma anche oggetti artificiali, impronte a volte astratte, spiccate su paesaggi che riportano con perseveranza agli elementi del cielo e della terra. Dove la presenza umana è dipinta in lontananza, lasciata sola, dietro, alle estremità del fondo scena. Queste sono suggestioni teatrali di una testimonianza esistenziale su cui si depositano come nei sogni, leggere, delicate e raffinate velature di colore; tali strati, l’artista li applica su di un fondo elaborato, graffiato, plasmato in un sotto strato in rilievo, che viene risaltato dai vari passaggi di sfumature pittoriche.


     

    Legata ad una esecuzione tecnica molto classica, tradizionale, predilige supporti e materiali comuni, convenzionali, come la tela, il legno, il carboncino, il colore ad olio o la tempera acrilica, che seppur riallacciandosi all’analisi espressiva percorsa da Turner, Marjan si avvicina, con la sua ricerca sulla materia, alle forme esplorative dell’astrazione storica degli anni 50 e 60 del secolo scorso, che si richiamano ad artisti quali: Morlotti e Licini, Tapies, Manzoni, fino a rievocare la patina degli antichi affreschi alterati dal tempo.
     
    Rappresentazioni comunque e in ogni caso rese dolorose, argomentazioni dai toni lirici che assumono aspetti drammatici, esistenziali, tradotte in forma di denuncia, in un grido di allarme dal robusto contenuto ambientalista. Un’accusa su questo dramma contemporaneo, voluta da una grande esigenza interiore innamorata della vita.”
     
    Vinicio Prizia