Ardengo Soffici

Ardengo Soffici nacque a Rignano sull’Arno nel 1879. Nel 1893, si trasferì con la famiglia a Firenze. La morte del padre, avvenuta poco dopo,  lo costrinse ad impiegarsi presso un avvocato come “giovane di studio”. Furono anni difficili per l’artista anche se non abbandonò la sua naturale vocazione. Due anni più tardi si iscrisse all’Accademia di Belle Arti fiorentina e poi alla Scuola del Nudo dove erano maestri Giovanni Fattori e Telemaco Signorini. Nel novembre del 1900 si recò, dunque, a Parigi con Costetti e Brunelleschi rimanendovi per sette anni. Qui entrò in contatto con Picasso, Apollinaire e i poeti Simbolisti. Nel 1913 promosse a Firenze la prima mostra futurista presentando un discreto numero di opere. Aderì al movimento di Novecento esponendo alla I e alla II Mostra a Milano ed a quella del ‘30 a Buenos Aires. Negli anni Trenta alternò l’attività di scrittore con quella di pittore partecipando a numerose rassegne, tra le quali le Biennali veneziane, dove espose nel 1934 e nel ‘36. Nel 1938 comparì nel manifesto, firmato da molti intellettuali, che appoggiava le leggi razziali appena emanate. Dopo la guerra fu internato per collaborazionismo vicino a Terni insieme a Occhini. Tornato a Poggio nel 1946 riprese a scrivere e dipingere. Vinse il Premio Marzotto nel 1955 per la pubblicazione dell’opera Autoritratto di artista italiano del suo tempo. Ardengo Soffici morì  il 19 agosto del 1964 nella sua casa di Vittoria Apuana.

Opere di Ardengo Soffici