Fulvio Pellegrini: la bussola del collezionista – I trend del collezionismo

Nella scheda precedente abbiamo visto che nel 2015 il mercato dell’arte ha scambiato circa 64 miliardi di dollari, in calo del 7% rispetto al 2014, ma in linea con il fatturato del 2013 e facendo segnare comunque un +60% rispetto al minimo toccato nel 2009, all’apice della crisi economica.

New York è sicuramente la piazza più importante e di riferimento del mercato internazionale dell’arte; in pratica ha sostituito il ruolo che ha ricoperto Parigi tra la metà dell’ottocento e la seconda guerra mondiale.

Ma qual’ è il focus del grande collezionismo mondiale ed il trend attuale?

Sul mercato hanno primeggiato le opere “top” ovvero quelle scambiate con valori oltre il milione di dollari, che pur rappresentando solo l’1% in termini numerici, rispetto al totale delle negoziazioni, come volumi rappresentano, invece, oltre la metà degli scambi.

Negli ultimi anni il settore più richiesto dai collezionisti è quello dell’arte del dopoguerra, seguito dall’arte contemporanea (contemporary).

Questi due filoni hanno coperto il 46% del valore totale del mercato ed il 41% in termini di numero delle compra-vendite, per un ammontare di 6,8 miliardi.

Il filone dell’arte moderna, che copre grossomodo il periodo che va dalla metà dell’ottocento a metà del novecento, ha contribuito per il 30% sugli scambi totali, per un valore di 4,5 miliardi di dollari.

In tale comparto, dove figurano artisti del calibro degli impressionisti, Van Gogh, i futuristi, Picasso, Modigliani, De Chirico, Kandinsky, solo per citarne qualcuno, evidenzia una concentrazione di scambi e spesso di capitali eccezionalmente elevati alla portata di pochi super fortunati.

In cima ai desideri dei collezionisti nel comparto dopo-guerra, che è il settore più richiesto, figurano alcuni artisti in evidenza quali Andy Warhol, il maestro della Pop Art americana, che da solo ha totalizzato l’8% del valore trattato nelle aste internazionali.

Tra gli altri protagonisti del mercato troviamo Francis Bacon, Twombly, Rothko, Lichtenstein, Basquiat, Dubuffet e per finire anche un italiano: Lucio Fontana, che nell’ultimo triennio è entrato nella lista dei top ten.

In crisi da anni, è il settore degli old masters, che fa riferimento alla pittura antica, che soffre essenzialmente per la mancanza di grandi capolavori sul mercato e per la legislazione restrittiva adottata dagli stati a tutela del loro patrimonio storico-culturale. Per i collezionisti, sempre alla ricerca della grande qualità, diventa sempre più difficile entrare in possesso di grandi capolavori, ormai reperibili solo a livello museale.

Nel 2015, si è però incominciato a vedere un ritorno d’interesse anche per tale comparto, con un aumento degli scambi del 4% e del 6% in termini di lotti venduti.

Per quanto attiene all’arte made in Italy, si è assistito ad un vero e proprio boom di vendite per gli artisti italiani (vedi tabella in calce).

I più richiesti sono, oltre al già citato Fontana, Castellani, Bonalumi, Burri, Boetti, Scheggi, i cui valori in asta ormai superano esborsi milionari.

Rimane, invece purtroppo sottovalutato, gran parte dell’ottocento, macchiaioli compresi e la prima metà del novecento, pur caratterizzata da grandi pittori quali Sironi, Campigli, Carrà e De Pisis.

SUCCESSO IN ASTA DEGLI ARTISTI ITALIANI

ANNO

Sotheby’s in £

Sotheby’s in $

Christie’s in £

Christie’s in $

2008

13.583.725

23.668.280

11.010.400

19.224.150

2009

7.392.300

12.033.180

5.797.400

9.438.160

2010

17.221.950

27.589.560

18.627.650

29.822.860

2011

21.647.950

34.060.880

17.559.650

27.674.000

2012

15.569.650

24.967.490

18.162.600

25.526.640

2013

15.079.500

24.115.130

26.798.000

43.278.770

2014

41.412.650

66.413.460

27.584.000

43.968.890

2015

40.397.150

62.534.780

43.166.500

66.778.570

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