Gastone Biggi – Mostra antologica a Spoleto

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La storia della pittura italiana disegna costellazioni complesse e affascinanti. Se poi quella storia tocca Spoleto con le sue memorie evocative, le presenze informali, le mostre, il Premio Spoleto, il Festival dei Due Mondi, allora il passato diviene materia viva su cui disegnare una speciale galassia del presente.

Gastone Biggi appartiene alle vicende metamorfiche del Dopoguerra, al momento in cui le diatribe tra figurazione e astrattismo tenevano banco teorico. Non è un caso che l’artista abbia sempre usato la scrittura come atto di sintesi critica e memoria dinamica, a conferma di una generazione che alimentava la pratica del dipingere con una seriamilitanza morale.

Come artista della pittura Biggi si è affidato al concetto primordiale di punto, sviluppato in forma elastica, con profetica veggenza su stili e temi ancora oggi diffusi. Nei decenni quel punto si è trasformato in una matrice aperta damoltiplicare, colorare, vestire, allungare, costruire, spogliare, decostruire… in sintesi, un codice sorgente per ricalcare simbolicamente le azioni generali di una società civile, usato come modello espressivo per dare superficie, volume e pelle al punto da cui tutto si genera.

Pensateci: cellula e punto sono le due partenze primordiali, gli elementi generativi che danno struttura alla vita (cellula) e alle esperienze che, durante la vita, determinano la nostra storia (punto). Dalla cellula si crea un organismo complesso, così come dal punto si edificano linee, curve, parallele, volumi e altre geometrie che nella traslazione incarnano i fatti del reale.

L’esperienza di Biggi implica il metabolismo della vita nella sua trasposizione pittorica: come se ogni ciclo nascesse da un’istanza organica del punto, da una spinta espansiva di un organismo monocellulare che ambisce ad organizzare strutture complesse.

Il punto come segno inquieto, sintesi diaristica di un’ambizione evolutiva, archetipo mentale della mimesi davanti al mondo. Partire dall’informe per arrivare alla civiltà iconografica, ad un paesaggio pittorico che del punto conservi la trama originaria.
L’antologica di Gastone Biggi ricalca il progetto del 2011 presso l’Urban Planning Exhibition di Shanghai. Anche a Spoleto si seguirà un andamento per cicli tematici, distribuiti con la progressione temporale della sua lunga carriera, coprendo un arco che parte dagli anni Sessanta e attraversa i decenni fino al presente.

A chiudere la mostra il grande ciclo dedicato a New York, allestito nella lunga Galleria del Piano Mostre.

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