Fulvio Pellegrini: la bussola del collezionista -Fattori guida nella scelta

Alla base della scelta di un investimento vanno considerati alcuni requisiti e regole da soddisfare:

  • Sicurezza

  • Liquidità

  • Conoscenza dell’investimento

  • Controllo del rischio

  • Diversificazione

  • Bassi costi d’intermediazione

  • Mercati regolamentati e controllati.

L’investitore capace ed avveduto dovrebbe prima di ogni investimento esaminare questi fattori e scegliere l’investimento che è più vicino alle proprie esigenze.

Per questo la conoscenza dei prodotti e del mercato sottostante è condizione necessaria perché ogni prodotto risponde ad una specifica esigenza e ha un rischio correlato.

Mai buttarsi su prodotti finanziari in base ai soli rendimenti passati, lasciandosi guidare dall’emotività, perché spesso alcuni rendimenti ottenuti in passato non sono una garanzia per il futuro e quando i prezzi sono cresciuti troppo e in tempi brevi incorporano un rischio elevato.

Ognuno di noi, poi, ha una percezione del rischio diversa e si prefigge un ritorno dell’investimento atteso differente in base anche al tempo che ha a disposizione e agli obiettivi che vuole raggiungere.

Un semplice esempio per chiarire il concetto: chi risparmia per accumulare un fondo pensione o assicurare gli studi a figli in giovane età, avrà a disposizione un tempo più lungo di chi si propone nel giro di pochi mesi di acquistare un’auto o una casa o iniziare un’attività commerciale.

In entrambi i casi la conoscenza dei prodotti sottoscritti è fattore basilare, ma i tempi lunghi del 1° caso permettono di dare meno peso al rischio e alla liquidità nelle scelte; peso che invece diviene preponderante per chi ha bisogno di denaro nel breve periodo, unito all’esigenza di sicurezza e dell’incasso del capitale investito.

L’investimento in arte ha in comune con i più tradizionali investimenti la conoscenza del settore, essendo un settore altamente specialistico che richiede vaste competenze.

Inoltre, si deve considerare che in arte non esiste un mercato unico e regolamentato in cui avvengono le transazioni, per cui non esiste trasparenza sui prezzi e costi omogenei d’intermediazione.

Ulteriore considerazione è che spesso la qualità o la storicizzazione di un’opera o di un’artista, intesa come importanza nella storia dell’arte, non sempre corrisponde ad un suo valore mercantile adeguato, che è influenzato dalle mode del momento, o dai battage di marketing di influenti mercanti.

Si può quindi concludere che senza conoscere tale mercato si corrono due rischi: subire perdite significative e mancanza di liquidabilità nel tempo.

D’altronde la frase evangelica gli ultimi saranno i primi rischia di essere fuori luogo quando si tratta di affari in genere, tale detto ha ancor minore valenza quando si riferisce agli investimenti in arte.

Non sono un esperto d’arte, mi sono avvicinato a questo settore solo in anni recenti per 3 motivi: per curiosità intellettuale, passione e per diversificare una parte del mio patrimonio.

Capita che dopo l’acquisto delle prime opere insorga in molti di noi “non addetti ai lavori” alcune perplessità e ci si ponga la legittima domanda “non avrò buttato i miei soldi?”

  • Da quanto detto si ricava che il rapporto fiduciario con l’intermediario d’arte sia elemento essenziale ai fini di “arte come investimento”, perché troppe sono le variabili non controllabili in un settore caratterizzato da gusti fortemente mutanti nel corso del tempo, altamente specialistico, poco trasparente e liquido con l’aggravante che non vi sono regole codificate di comportamento.

  • Seguito immediatamente dal fattore tempo: l’arte è un investimento che per rivalutarsi richiede mediamente un periodo lungo e non è adatta a chi ha esigenze d’investimento di breve periodo o meramente speculative.

Passione, conoscenza, un consulente capace e di fiducia, oltre un timing orientato al lungo periodo, dovranno essere le nostre guide nel percorso del mondo dell’arte.

Settembre 2016 – F.P. –

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