Fulvio Pellegrini: la bussola del collezionista: 2018, un anno d’oro per gli investimenti in arte.

Quasi 8 miliardi di dollari è il giro d’affari per il primo semestre 2018 delle tre principali case d’asta internazionali: Christie’s, Sotheby’s e Phillips.
Tutte e tre in forte crescita rispetto al 2017: Christie’s, controllata da Pinault, ha mostrato un giro d’affari eccezionale di 4 miliardi (+35%), Phillips, controllata dal 2008 dalla società russa Mercury Group, ha segnato un fatturato di 517 milioni (+61%), mentre Sotheby’s, quotata in borsa a Wall Street, con fatturato di circa 3 miliardi di dollari al 30 giugno di quest’anno, ha ampiamente superato ogni più rosea aspettativa.
Il mercato dell’arte non solo tiene, ma evidenzia una tendenza a diffondersi a livello mondiale, divenendo sempre più un bene d’investimento complementare ai tradizionali investimenti mobiliari ed immobiliari dei privati e delle società.
I fattori che hanno favorito questo trend, in continua ascesa, sono attribuibili anche all’andamento fortemente volatile dei mercati finanziari colpiti in questo periodo dall’aumento dei tassi sugli investimenti obbligazionari, dalle tensioni geopolitiche e dalle guerre commerciali tra le maggiori potenze mondiali.
Questi fattori hanno aumentato la volatilità anche degli investimenti ritenuti più sicuri (come i titoli di stato) ed accentuato l’insicurezza dei risparmiatori alla ricerca di “beni rifugio” che nel tempo consentano la conservazione del capitale investito ed una maggiore diversificazione del patrimonio.
L’arte come bene d’investimento alternativo sta sempre più prendendo piede, non solo per quanto riguarda le opere con attribuzioni milionarie, ma anche per quanto riguarda le opere d’arte contemporanea che hanno prezzi più accessibili alla maggior parte degli investitori.
Nell’arte contemporanea le opere con valutazioni sopra i 100.000 dollari rappresentano infatti solo il 2% delle opere aggiudicate, mentre nell’arte moderna la fascia media di mercato si colloca tra 500.000 e 10 milioni di dollari.
Fine Art, il report che monitora il settore e comprende sia l’arte contemporanea, moderna che gli old master (dipinti antichi), attesta che il comparto che registra le più elevate aggiudicazioni è quello dell’arte moderna, in buona ripresa anche l’arte antica sia nei volumi che nei prezzi, ma, negli ultimi 15 anni, è stata l’arte contemporanea che ha registrato una crescita esponenziale, anche se la volatilità e la liquidità delle opere passate sul mercato rimangono ancora punti nebulosi di questo mercato.
La Globalizzazione attraverso la crescita di alcuni paesi emergenti, quali Cina e Russia, ha amplificato la richiesta di opere da parte di nuovi investitori, alimentando la domanda del settore, anche se le aste principali e i volumi preponderanti rimangono solidamente in mano ad americani ed inglesi e le principali piazze sono New York e Londra, rispettivamente al primo e secondo posto, mentre la Cina, al terzo posto, è in leggero arretramento.
E’ possibile monitorare i mercati con semplici indici come avviene per la finanza?
Il Monitor Aste del sole 24 ore per dare una risposta a tale domanda ha elaborato degli indici semplificati, che riguardano l’andamento delle principali aste di quest’anno: l’indice sviluppato è un incrocio tra offerta e vendite e le performance di aggiudicazione dei lotti in presentazione, dove 3 rappresenta l’eccellenza, ovvero la stima massima del venduto, mentre l’1,5 il minimo.
Tali indici evidenziano che moderno ed impressionisti segnano 2, l’arte contemporanea il 2,9, e gli old masters il 2,1, a dimostrazione che la domanda in tutti e tre i settori sta attraversando un ottimo momento e, soprattutto, per l’arte contemporanea i volumi del venduto si attestano sui massimi storici con conseguente impatto sui prezzi d’acquisto.
Tutto questo aumenta anche le possibilità di smobilizzo delle opere acquistate, anche se l’investimento in arte continua ad avere le caratteristiche di un bene rifugio e tranne poche eccezioni, nel breve-medio periodo, presenta problematiche di scarsa liquidabilità e un mercato secondario ancora in evoluzione e da regolamentare.
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