Fulvio Pellegrini: la bussola del collezionista: TREND COMMERCIALE

L’autorevole report Art & Finance Report 2019 edito da Deloitte e ArtTactic è stato presentato a Monaco a metà ottobre scorso.

Giunto alla sua sesta edizione è diventato un punto di riferimento per i collezionisti ed operatori delle tendenze in corso e future per il mercato dell’arte.

Negli ultimi 10 anni i volumi del segmento sono passati da 32 miliardi di dollari a 68, con una crescita media annuale del 9% delle vendite.

Come interpretare questi due dati positivi, ma nel contempo non armonizzati tra loro, in quanto le vendite presentano un trend di crescita più basso dei volumi complessivi scambiati?

Secondo tale rapporto il fattore che incide maggiormente sullo sviluppo dell’arte è la mancanza di trasparenza che minaccia una maggiore diffusione, in senso democratico e popolare, di tale comparto.

Altro dato da valutare per una maggiore comprensione dello sviluppo dell’arte, come bene da collezione ed investimento, è quello di una contrazione degli investimenti nel 2018, dopo anni di ininterrotta salita.

Su tale dato pesa la diminuzione dei volumi del mercato asiatico ed in particolare della Cina, dove le vendite in asta hanno subito un crollo del 50% nei primi sei mesi di quest’anno.

Il report fornisce una fotografia globale e compara le vendite in asta delle tre principali major: Christie’s, Sotheby’s e Phillips, vere dominatrici del mercato, che nella prima metà del 2019 hanno registrato transazioni per 5,5 miliardi di dollari contro i 6,7 del 2018.

Un calo generale che conferma la tendenza mondiale in corso, con un calo del 20% nei settori dell’arte moderna, impressionista e dell’arte cinese, mentre si difende l’arte contemporanea del dopoguerra.

Il report analizza anche l’importante fenomeno dell’arte come bene d’investimento alternativo o complementare fornito dai servizi di wealth management (servizi di gestione patrimoniale offerti dalle banche).

Tale fenomeno si è sviluppato grazie a tre fattori:

  • La volatilità dei mercati finanziari;

  • Ai rendimenti obbligazionari pressochè azzerati o in alcuni casi negativi;

  • La necessità di diversificazione degli strumenti d’investimento.

Una delle principali motivazioni per i servizi legati all’arte è che una buona parte di chi usufruisce di una gestione personalizzata si aspetta una maggiore diversificazione, anche solo rispetto a qualche anno fa, del loro patrimonio nel suo complesso, sia dal punto di vista finanziario, fiscale, ereditario.

Due terzi dei collezionisti intervistati dichiara che la pianificazione successoria è il servizio, legato all’arte, il più apprezzato tra quelli offerti dal proprio “private banker”.

Tale considerazione precede anche quella che è stato un must del collezionismo mondiale nei secoli, ovvero quello di “conservare e restituire alla comunità la bellezza acquisita” attraverso azioni di filantropia e di social impact.

Altri trend evidenziati dal report Art&Finance sono quelli dei:

  • Prestiti garantiti dall’arte

  • Investimenti considerati socialmente responsabili

  • Rapporto tra arte e tecnologia.

Molti collezionisti hanno mostrato grande interesse per la pratica di un prestito bancario con garanzia di opere d’arte.

Una specie di fidejussione con sottostante le opere d’arte, anziché fidejussioni bancarie o beni mobiliari od immobiliari.

Allo stato attuale il fenomeno appare futuribile, soprattutto in Europa dove non vi è un sistema di regolamentazione giuridica uniforme nei vari stati aderenti all’UE e dove le differenze fiscali e di registrazioni dei beni artistici in alcuni casi divergono profondamente.

Per quanto attiene agli investimenti socialmente responsabili, molte società di gestione del risparmio fanno rientrare nei pacchetti offerti anche i servizi legati ad arte e cultura.

E’ questo un fenomeno che riguarda soprattutto gli investitori di due particolari fasce d’età: i millennials, ovvero i giovanissimi e gli over 65, ovvero gli anziani, quasi a testimonianza del passaggio di un testimone sociale tra le generazioni.

Infine il rapporto tra arte e tecnologia.

Come avviene per i mercati finanziari, attraverso l’uso di piattaforme tecnologiche e blockchain, aumentare la trasparenza e la regolamentazione degli scambi commerciali che permetta prezzi più omogeni, scambi maggiori a tutto vantaggio del mercato dell’arte, non tanto in termini di profitto, ma in termini di consapevolezza, conoscenza e responsabilità sociale.

LE MOTIVAZIONI DELL’INVESTIMENTO IN ARTE


Dicembre 2019 – F.P. –

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