Fulvio Pellegrini: la bussola del collezionista – Il perchè di questa rubrica
Sono un appassionato d’arte e un collezionista da pochi anni.
Lo sono diventato in tarda età pur avendo da sempre una certa sensibilità ed un interesse verso ogni forma d’arte: dal teatro, alla musica, alla letteratura ed ultimamente verso pittura e scultura.
Sono stato attratto all’inizio da alcune trasmissioni, poi ho iniziato a documentarmi meglio tramite riviste e pubblicazioni specializzate e infine ho incominciato anche a collezionare opere d’arte moderna e contemporanea, dapprima casualmente e poi in maniera più sistematica ed accurata, sino a possedere una trentina di quadri.
Ho avuto poi l’occasione di conoscere personalmente Gabriele Boni, con il quale vi è stato subito feeling ed empatia.
Gabriele mi ha fatto partecipe di alcuni suoi progetti professionali con un entusiasmo contagioso ed io, su sua sollecitazione, gli ho sottoposto una collaborazione che avesse come oggetto l’arte come forma d’investimento.
Premetto che da 35 anni mi occupo d’investimenti finanziari mobiliari, avendo lavorato in diverse banche di dimensioni sia locali che internazionali, ricoprendo l’incarico di direttore finanza.
In questo anni ho gestito il patrimonio e la tesoreria di una banca, che rappresenta la cassaforte aziendale, gestendo la liquidità della sua tesoreria e il capitale aziendale in investimenti finanziari sui mercati nazionali ed internazionali.
Gli investimenti di tale settore riguardano gran parte degli strumenti mobiliari esistenti sui mercati finanziari: titoli di stato in primis, obbligazioni societarie, azioni, partecipazioni societarie, fondi d’investimento mobiliari ed immobiliari, fondi pensione, derivati ecc.
Dalla commistione tra il mio expertise e quello di Gabriele è nata, pertanto, l’idea di una rubrica di approfondimento che avesse come oggetto proprio l’arte come forma d’investimento.
Partendo dal brand di “Arte Investimenti” ho sviluppato alcune riflessioni.
La più importante di queste riflessioni è: può essere l’arte una forma d’investimento complementare o alternativa ai tipici investimenti finanziari?
E se si in quali modi e con quali strumenti?
Questi approfondimenti che avranno cadenza bimensile li abbiamo chiamati “LA BUSSOLA DEL COLLEZIONISTA”.
Avranno il format di schede in cui si svilupperà un’analisi, in maniera semplice e comprensibile anche per i non addetti ai lavori, che avrà come obiettivo di rispondere alla domanda che molti collezionisti si pongono ovvero se investire in arte è anche un’operazione economica?
L’impostazione è quella di portare un contributo critico sugli investimenti in arte, fornendo strumenti di comparazione usati anche nel campo degli investimenti finanziari.
Metodi e sistemi che possono aiutare e guidare il piccolo collezionista nelle sue scelte in un settore non privo di soddisfazioni ma anche di rischi.
Giugno 2016 – F.P.-
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