Christo

Christo Vladimirov Javašev (Gabrovo - Bulgaria 1935) Christo Vladimirov Javašev nasce in Bulgaria nel 1935. Dopo aver studiato a Sofia pittura, disegno, scultura e architettura, si sposta a Parigi dove avranno inizio le sue fortune. Negli Champs-Élysées rinuncia al cognome slavo per utilizzare unicamente il suo nome con il quale diventerà famoso. In questi anni Christo inizia letteralmente a impacchettare ogni oggetto gli capiti a tiro: lattine, bottiglie, sedie, persino una macchina. Da qui proseguirà senza sosta in una carriera di 35 anni. La sua prima grande e importante realizzazione è L'Iron Curtain. Nel 1961  il muro di Berlino inizia a prendere forma e Christo, da sempre legato alla Germania per via delle proprie origini, risponde con un "contromuro" composto da 204 barili con i quali interrompe una stradina di Parigi. Risale al 1961 anche il primo studio per un edificio pubblico imballato. Negli anni successivi dai primi incontri con la realtà americana nascono i progetti per gli Air Packages e per dei palazzi imapacchettati nel lower Manhattan. Imballerà con l'aiuto di vari studenti il Chicago's Museum of Contemporary Art (1969). Nello stesso anno a Little Bay, Sydney, realizza circa 1,5 Km di impacchettamento di una costa rocciosa con 304.000 metri quadri di tessuto legato con 58 Km di corde di nylon. Dopo il progetto Australiano lavora a Milano, con il monumento a Vittorio Emanuele II impacchettato in piazza del Duomo. Subito dopo torna ai progetti su vasta scala nella Valley Curtain (1970) dove interrompe la visuale di una valle nello stato americano del Colorado con un telo con le dimensioni massime di 381m in larghezza e 111 in altezza: 28 mesi di lavoro per poterlo tenere su un solo giorno. Quando nel '74 sbarca a Roma per rivestire le Mura Aureliane, in pochi lo presero sul serio. Una provocazione senza dubbio energica, intervenendo in uno dei luoghi sacri dell'arte. A Roma, culla dell'arte classica, il suo singolare modus operandi trova ancora più risalto perché è il luogo, l'ambiente, a fare in un certo senso l'opera. Non è più una grande espressività esercitata in smisurati spazi naturali. In Svizzera, invece, mette in risalto la natura verde avvolgendo con grandi teli un bosco di alberi. In Germania, ancora, nello storico Gasometro di Oberhausen, realizza un grande muro (The Wall, è il titolo dell'opera) con tante piccole botti colorate. Con i suoi progetti Christo interviene con una precisa data di scadenza creando "gentili sconvolgimenti temporanei" tra la terra e il cielo per ricalibrare le nostre impressioni. Una modificazione percettiva dei luoghi, che sotto il suo ingegno cambiano modo d'essere.Non è più il "readymade" di Duchamp ma un concetto ancora più controverso: si parte dall'arte per farla divenire, a orologeria, un nuovo elemento sia estetico che concettuale.  

Opere di Christo