Getulio Alviani

Getulio Alviani, nato ad Udune nel 1939, è un indiscusso protagonista della vicenda dell’Arte Programmata e Ghestaltica che tenne banco sulla scena italiana fra gli anni Sessanta e Settanta, grazie anche al sostegno critico e teorico di Giulio Carlo Argan. La sua formazione artistica è vicina, per costituzione, attrazione culturale ed amicizia, a maestri come Josef Albers, Konrad Wachsmann e Max Bill, nel clima del Bauhaus. Inizia i suoi esperimenti sulla percezione visiva e sulla psicologia nei tardi anni Cinquanta. In questo periodo di boom economico c’è una notevole collaborazione tra la ricerca artistica e la produzione industriale, cui Alviani contribuisce. Nel 1959-60 realizza le sue “Superfici” con struttura vibrante, piani metallici con incisioni modulari che creano l’illusione di distanze che cambiano in continuazione, in base al’’angolo da cui si guarda e il modo in cui la luce li colpisce. Nel 1961 collabora alla produzione seriale di oggetti di plastica e tra il 1962 e il 1964 partecipa all’esibizione di “Arte Programmata” promossa dalla Olivetti a Venezia, Roma, Trieste, Düsseldorf e Londra. Negli anni Sessanta inoltre prende parte al movimento Nuovelle tendance. Nel 1965 il suo lavoro comincia a mostrare un crescente interesse per l’articolazione spaziale. Nel 1964 è invitato alla Biennale di Venezia ed espone nella mostra “Nouvelles Tendences” al Palazzo del Louvre di Parigi. Nel 1965 partecipa alla mostra “The Responsive Eye” al MOMA di New York e crea le prime stanze-ambienti con pareti a superficie vibrante. Nel 1968 partecipa a Documenta 4 a Kassel. 1971-2003 Tiene mostre personali in vari paesi. Dal 1981 al 1985 dirige il Museo d’Arte Moderna di Ciudad Bolivar, Venezuela. Nuovamente invitato alla Biennale di Venezia nel 1986 e nel 1993.

Opere di Getulio Alviani