Mario Nigro

Si trasferisce prima ad Arezzo e poi a Livorno, dove mette in evidenza le sue prime qualità artistiche sia pure in composizioni largamente pervase da uno stanco tradizionalismo pittorico. Ha modo però di evidenziare un notevole eclettismo culturale che lo porta a suonare due strumenti (pianoforte e violino) ed a laurearsi in due diverse discipline ( Chimica e Farmacia). E’ assistente di Mineralogia all’Università di Pisa e successivamente ottiene un impiego presso la farmacia dell’Ospedale di Livorno. Nel 1945 fonda insieme a Voltolino Fontani e altri pittori livornesi il Gruppo artistico moderno (G.A.M.). La sua attenzione è in un primo tempo orientata verso i grandi maestri della pittura italiana, come Sironi e De Chirico, anche se poi l’interesse per l’astrazione prende il sopravvento. Nel 1949 aderisce al Movimento Arte Concreta (MAC) di Gillo Dorfles. Nel 1950 realizza i "Pannelli a scacchi iterativi e simultanei" che vengono esposti a Parigi. Nel 1952 esegue le iterazioni ritmiche progressive simultanee in variazione monocroma. Il suo astrattismo geometrico assume dunque forma reticolare. La sua attività artistica non è fatta soltanto di opere d’arte ma anche di scritti, tanto che nel 1954 riesce a pubblicare il suo primo lavoro teorico sullo "Spazio totale". Nel 1958 decide di trasferirsi a Milano, abbandonando il suo impiego nella Farmacia, ma due anni dopo subisce un grave incidente di auto che lo menoma in modo permanente. Non si perde di coraggio e nel 1961 esegue i "Collages vibratili modulari". Nel 1964 è invitato alla Biennale di Venezia. Nel 1965 realizza le strutture del "Tempo totale", le colonne ambientali e i componibili modulari. L’anno dopo pubblica lo scritto sul "Tempo totale". Nel 1968 ottiene una sala personale alla Biennale di Venezia, a cui parteciperà varie volte negli anni successivi. A metà anni ’70 realizza le “strutture fisse con licenza cromatica”. Seguono la serie del Terremoto, quella degli Orizzonti, delle Orme, dei Cipressi , dei Dipinti Satanici, delle Meditazioni ad acrilico e delle Strutture ad inchiostro. La sua opera decisamente originale sconfina nel campo dell’arte optical e a partire da metà anni sessanta in quella “minimal”, mostrando tangenze anche con una disciplina come l’architettura, tanto che in gergo alcune sue produzioni degli anni ’50 sono denominate “grattacieli”. Celebrato più volte in rassegne artistiche internazionali, tra cui si ricorda quella del 1971 a Münster ( "Arte concreta. Die Italienische Konstruktivismus") Mario Nigro si spegne a Livorno, sua città di adozione, nel 1992. Nel 1993 la Biennale di Venezia gli rende onore con una mostra che dà il via ad una nuova rilettura della sua opera. Artista poliedrico e concettuale, Nigro ha contribuito a svecchiare l’arte italiana, dandole un maggiore profilo di internazionalità. Lo storico dell’arte Germano Celant ha da poco pubblicato il catalogo generale della sua opera artistica. Bibliografia:AA.VV., Arte moderna. L’arte contemporanea dal secondo dopoguerra ad oggi, n. 36, Milano, Editoriale Giorgio Mondadori, 2000. Antonella Crippa, Mario Nigro, catalogo online Artgate della Fondazione Cariplo, 2010, CC-BY-SA.L'immagine e la Biografia di Mario Nigro sono curate dal figlio, Gianni Nigro, che è anche presidente dell'Archivio Artistico Mario Nigro. www.marionigro.it

Opere di Mario Nigro