Pasquale Rapicano

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Pasquale Rapicano nasce nel 1971 a Castellammare di Stabia (NA). Fin da piccolo è attratto dai colori e dall'arte e si distingue a scuola per le sue capacità di disegno. Tuttavia dopo le medie frequenta l'Istituto di Ragioneria conseguendo il Diploma nel 1990. Dopo l'anno di leva e dopo alcune esperienze lavorative in diversi settori, Rapicano sente il bisogno di avvicinarsi di più all'arte. Quindi non si limita solo a disegnare ma, nel 1997, inizia ad imbrattare le tele, a sperimentare la tecnica ad olio e poi l'acrilico: così Rapicano capisce che la pittura fa parte della sua vita e gli regala infinite emozioni.Nel 2003 inizia a tenere le sue prime mostre personali riscuotendo un discreto successo. Partecipa attivamente anche a varie collettive di artisti locali e a diverse manifestazioni. Le sue opere cominciano ad entrare nelle case di appassionati e collezionisti italiani e stranieri. Nel 2004 Rapicano partecipa con una sua opera al 1° Premio Internazionale di pittura, scultura e grafica Boè classificandosi al primo posto tra mille partecipanti. L'artista si reca a Palermo per la premiazione vivendo attimi di grande emozione e gratificazione: la sua opera vincente viene donata alla lega italiana per la lotta ai tumori.

Opere di Pasquale Rapicano

  • Polimaterico su tela
    80x60cm
    2017
  • Polimaterico su tela
    70x50cm
    2018
  • Mostre di Pasquale Rapicano

    MOSTRE
    L’artista Pasquale Rapicano ha esposto in diverse città tra cui: Palermo, Sorrento, Castellammare di Stabia, Napoli, Pompei, Stresa, Lerici, Melzo, Scandiano (Fiera 2011), Montechiarugolo, Bologna, Forlì, Carpi, Calcinatello, Genivolta, Reggio Emilia, Sabbioneta, Cremona (Fiera Internazionale d’Arte Contemporanea e Moderna 2015), Parma (ArtParmaFair 2017).
    Diverse sue opere fanno parte di collezioni private in Italia e all’estero (Russia, Inghilterra, Kenya, Stati Uniti d’America).



    PREMI
    2004: 1° classificato al Premio Internazionale di Pittura Boè (Palermo)
    2009: 1° classificato al Premio Colorismo (Avezzano)
    2009: 6° classificato al Premio delle Arti Gigarte
    2014: 4° classificato al Premio di Pittura di Calcinatello (Brescia)
    2015: 1° classificato al Premio di Pittura di Calcinatello (Brescia)
    2015: 1° classificato al Concorso di Pittura di Genivolta (Cremona)
    2015: 3° classificato al Premio Ars Mirabilis (Bologna)
    2017: 6° classificato al Concorso di Pittura di Genivolta (Cremona)
  • Testi Critici su Pasquale Rapicano

    La rinascita dalle macerie, dalla corrosione, dall'ineluttabilità del tempo, per sconfiggere la morte e offrire una nuova occasione di riscatto e di bellezza e, forse, di immortalità. Questo è il messaggio veicolato dalle opere di Pasquale Rapicano, che realizza grandi tele in cui l'elemento formale emerge da agglomerati in cui terra, stoffe, metallo e soprattutto la ruggine, sono fondamento delle visioni artistiche di questo pittore, che sente profondamente il richiamo delle linee e dei colori, parte imprescindibile della sua stessa vita sin dall'infanzia. Tuttavia proprio la ruggine, “Rust” il nome di una serie dei suoi dipinti, è il tema primario che diviene pretesto per il risveglio dell'incantevole e dell'eternità, che emergono prevalentemente, ma non solo, sotto forma di volti di donna. Ecco quindi che quanto di bello e di buono, il “kalòs kài agathòs” dell'antichità greca, riprende vita e soprattutto significato attraverso le linee aggraziate e affascinanti di ragazze e cavalli, di volti noti e meno noti che, per intercessione di una profonda anima umana incorruttibile dal tempo, porgono concetti di riscatto per un mondo che sembra non imparare mai dai propri errori, reiterati nei secoli e nelle ere. Rapicano, fortemente legato alle sue origini partenopee, ha fatto proprie le sfumature vulcaniche e calde, rendendo omaggio alla sua terra, così appassionata nelle personalità degli abitanti, ardente nel clima e nell'incandescenza vesuviana che ancora oggi, di tanto in tanto, ricorda quanto una vita sotterranea ribolla sotto una apparenza di tranquilla magnificenza. Magnificenza che, anch'essa, ribolle tra i mali del mondo, il cui tempo scorre lineare eppure ciclico nel ripetersi delle situazioni, che sempre di più sembra sprofondare nella “ruggine” che intacca, inesorabile, ogni cosa. Pasquale Rapicano, seguendo il sentiero della sua indole solare e densa di sfumature positive, interpreta tramite il linguaggio pittorico la sua visione costruttiva e concreta della realtà circostante, inserendo quegli elementi materici che solo apparentemente andranno distrutti dall'impietoso Crono che tutto divora, mentre in realtà essi rappresentano anche la mutazione, il “nulla si crea, nulla si distrugge” citato da Lavoisier, che è antica quanto profonda legge universale che lega ogni destino. La particolare abilità nella comunicazione interiore e personale, caratterizzata da colori accesi rubati alla lava e al tramonto, allo zolfo e alla terra, si contrappone alle campiture più fredde, quasi vicine al bianco e nero delle figure, che tuttavia rappresentano proprio la sua capacità di mettere a nudo corpo e anima nella già citata fusione tra bellezza e bontà, in una armonica promessa di speranza immutabile. La scelta di utilizzare poche fonti cromatiche, rende tuttavia assai potente la sua produzione creativa, in cui ogni pennellata si propone all'osservatore come una occasione per percepire il colore nel suo più alto potenziale timbrico, diventando esso stesso fonte di sensazione allo stato puro. Nella sua costante ricerca, questo artista tralascia ogni altro elemento per dedicarsi esclusivamente al desiderio di interloquire con il futuro osservatore, cercando con quest'ultimo un coinvolgimento emotivo prima ancora che estetico, ma è proprio attraverso l'armonia estetica che lo sguardo è attratto, rapito, purificato da ogni “ruggine” preesistente. La sua pittura, bella nella sua perfezione, è tuttavia istintuale, per lui necessaria come il respiro per la vita e in ogni quadro realizza una dimensione profonda dell'animo, condivisa con estrema generosità con chiunque desideri osservarla. Lontano dall'astrattismo così come da un semplice figurativo, Pasquale Rapicano ne incarna entrambi gli stili, fondendo l'uno con l'altro, in un gioco di contrasti estremamente suggestivo e originale, fortemente pittorico e tuttavia plastico, materico eppure delicato. Le sue opere, riconoscibili per il tratto ormai consolidato, si impongono nel panorama artistico come innovatrici, pur rimanendo fedeli a canoni accademici e classici che non vedranno mai tramonto, poiché legati fortemente alla stessa percezione umana dell'armonia e della simmetrica bellezza comune in ogni epoca. Quella stessa bellezza che, parafrasando Dostoevskij, potrebbe salvare il mondo dalla corrosione.

    Stefania Ferrari